La crisi economica, iniziata nel 2008 e non ancora terminata, ha radicalmente modificato i comportamenti e gli stili di consumo del popolo italiano.
I dati della ricerca sono stati raccolti dall’Istituto Demopolis per l’IBC, l’Associazione delle Industrie dei Beni di Consumo, che ha analizzato gli elementi che, al giorno d’oggi, hanno la maggior influenza ed impatto sulle scelte delle famiglie in fatto di consumi.
L’Istituto Nazionale di Ricerche Demòpolis, diretto da Pietro Vento, nello specifico studia le tendenze della società italiana con competenze mirate nell’analisi dell’opinione pubblica, nelle indagini demoscopiche, nella ricerca sociale, politica e di mercato, nella comunicazione e nella consulenza strategica
La ricerca è stata condotta nel mese di Febbraio 2017 su un campione di 1.000 intervistati rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne.
La prima variabile in assoluto è quella delle “promozioni e costi”che incide di molto sul comportamento di 2/3 degli italiani che si accingono a fare la comune spesa alimentare.
La “notorietà della marca” ha una valenza determinante per circa il 60% dei cittadini italiani che si posiziona al secondo posto, mentre al terzo si trova con il 57% la variabile “dell’italianità delle produzioni”.
Il comportamento nei confronti dei consumi per la spesa alimentare è influenzato dall’abitudine: un intervistato su due dichiara infatti di scegliere più spesso un prodotto già acquistato, provato e giudicato positivamente.
Dall’inizio della crisi ad oggi, nel periodo 2011-2017, si nota un radicale cambiamento nei trend Demopolis, nei criteri di scelta dei prodotti.
La variabile “costo” infatti aveva un’incidenza del 59% nel 2011, per poi innalzarsi al 72% già nel 2013, ovvero nel periodo di crisi peggiore per la Repubblica Italiana. Nel 2017 questo dato si è abbassato, come citato in precedenza, anche se rimane forte il mood dei consumatori alla costante ricerca di beni acquistabili al miglior prezzo sul mercato.
Le altre due variabili ovvero “la conoscenza della marca” e la “fiducia nel brand” sono sempre rimaste presenti e importanti per il consumatore senza subire particolari oscillazioni, anche se oggi 6 italiani su 10 dichiarano di prediligere le marche più note a quelle sconosciute al momento dell’acquisto.
Secondo i dati emersi dalla ricerca dell’Istituto Demopolis , la terza variabile ovvero “l’italianità del prodotto” ha assunto per l’opinione pubblica un ruolo fondamentale a partire dal 2015: nel 2011 era solamente un cittadino su due che la riteneva importante, a fronte del 2017 dove ben 57 consumatori su 100 si dicono influenzati da questo elemento al momento della spesa.
La crisi ha modificato il comportamento dei consumatori portandoli nella direzione della qualità. Il direttore di Demopolis, Pietro Vento, giustifica questo dato dicendo che “ Gli italiani hanno imparato ad essere più esigenti: se la necessità di risparmiare incide ancora, le scelte d’acquisto alimentari sono sempre più una questione di fiducia”.
Oltre alla tendenza verso la qualità da parte del popolo italiano è cambiato il valore percepito nei confronti del brand: la fidelizzazione verso un’azienda negli ultimi anni è in forte crescita in quanto vengono apprezzati dal pubblico l’impegno sociale e il rispetto per l’ambiente.