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Metodo Reggio Children: una nuova filosofia educativa

Le scuole d’infanzia e i nidi di Reggio Emilia da diversi anni hanno adottato approcci educativi innovativi messi a punto dal pedagogista Loris Malaguzzi, diventando un vero punto di riferimento per molte scuole italiane.

Italia sì, ma non solo, infatti, è apprezzato tantissimo nei paesi stranieri, dove questo approccio di crescita è oggetto di studio in molti paesi e in alcuni è stato anche adottato come negli Stati Uniti d’America.

Ma cos’è nello specifico questo Metodo Reggio Children?

Si tratta di una vera e propria filosofia educativa in cui il bambino ha un ruolo primario, acquisendo precidi diritti sia nel rispetto e sia nell’ascolto delle sue grandi potenzialità di sviluppo. La capacità creativa del bambino viene valorizzata grazie alla possibilità di sperimentare ed esprimere i suoi “cento linguaggi”, che sono i linguaggi di cui siamo dotati tutti noi e che possono essere espressi tramite il gioco, l’arte, la musica, la cucina ecc.

L’obiettivo della scuola, quindi, in stretta collaborazione con la famiglia del bambino, è aiutare il bambino a esprimere tutto il suo patrimonio di potenzialità. Secondo Loris Malaguzzi, promotore e fondatore di questa nuova filosofia di approccio con i bambini è importante che venga dato al bambino la condizione ideale per assimilare e imparare con gioia, in maniera spontanea e intuitiva, seguendo la sua “vena curiosa”.

L’asilo nido e la scuola dell’infanzia devono saper riconoscere pari dignità a tutti i linguaggi verbali e non verbali (i ‘100 linguaggi’), che si moltiplicano nel rapporto tra bambini-bambini e bambini-adulti.

Con questo metodo di dialogo e di confronto, la partecipazione di tutti (dai bimbi ai genitori) costituisce il fulcro della strategia stessa dell’educazione, che si rinnova ogni giorno. Per questo l’educatore, che riceve una continua formazione, ascolta attivamente e osserva ciascun bimbo rispettando la sua unicità. Questo metodo di ascolto agevola l’accoglienza, il rispetto e l’apertura verso di sé, l’altro e il cambiamento. Questo significa anche dare una mano al bambino a porsi delle domande e a trovare delle risposte, costruendo da solo percorsi sprigionati dai suoi interessi.

L’apprendimento, dunque, nasce e si sviluppa, facendo in modo che il bambino si diverta, partendo da stravaganti esperienze individuali o di gruppo che accolgono anche gli aspetti più emotivi e quelli relazionali. Con il metodo Reggio Emilia non esistono programmi imposti dall’adulto che il bimbo deve rispettare: i bambini possono decidere in “assemblea” su cosa impegnarsi durante la giornata.

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